mercoledì 17 ottobre 2007

Anna

Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me. Eppure tutti i più alti funzionari accettano d'incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un'indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all'aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie. Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci
Anna
Politkovskaja

Salve amici, lo ammetto anche io mi ero dimenticato dell'anniversario dell'assassinio di Anna. Sono qui, adesso, per rimediare al torto fatto ai danni di Anna.

Anna
Politkovskaja è una giornalista russa che per tutta la sua vita si è battuta per i diritti umani nel mondo, ma soprattutto nella sua amata Russia. Una Oriana Fallaci dell'est.
Negli anni si è contraddistinta per il coraggio e la voglia di raggiungere a tutti i costi la verità. Senza compromessi. Ha denunciato le atrocità della guerra in Cecenia, il problema della mancanza di libertà di stampa nella Russia moderna e tanti altri problemi che hanno fatto di lei un personaggio scomodo. Tanto scomodo da essere eliminato al più presto;infatti, la reazione del regime non si è fatta attendere ed il 7 ottobre dell'anno scorso hanno assoldato un killer per ucciderla e metterla a tacere. Così facendo, però, hanno creato il mito di anna, al pari di quello dei nostri Borsellino e Falcone. Uomini senza macchia che hanno dato la loro vita per ricercare la verità.
Grande Anna non ti dimenticheremo mai.

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